Four Seasons Hotel a Milano, e’ stato pubblicato nella rivista Elle Decor Italia, nel Settembre 2021.
Il progetto di interni dell’hotel e’ stato realizzato dallo studio Rodrigo Izquierdo Design Studio, in collaborazione con Patricia Urquiola.
Benvenuti a Milano
Patricia Urquiola ridisegna gli spazi comuni del Four Seasons Hotel. Che ruotano attorno al chiostro-giardino dell’ex convento del XV secolo. Nel rispetto del passato.
testo di Laura Maggi — foto di Sara Magni
Nella Sala del Camino del Four Seasons Hotel Milano, l’opera fotografica di Vanessa Beecroft, eseguita su commissione, allude con grande poesia alle prime abitatrici del luogo, le monache del Monastero di Santa Maria del Gesù, fondato nel XV secolo. I frammenti degli affreschi originari nella lobby e il colonnato in granito nell’ex chiostro ricordano la destinazione antica dell’edificio, luogo di pace e di vita contemplativa. Oggi si presenta come una raffinata oasi urbana, nel cuore del famoso Quadrilatero della moda, aperta anche agli ospiti non residenti per pausa pranzo, aperitivi signature e cene gourmet avvolti dalla magica atmosfera dell’architettura. Nell’intraprendere il progetto di ridefinizione delle parti comuni, Patricia Urquiola, che aveva già firmato la spa del Four Seasons nel 2011, ha voluto “rinnovare gli spazi con grande rispetto per la storia dell’hotel, in dialogo con il contesto urbano milanese. Ho tenuto conto dell’affetto dei molti clienti abituali” ci spiega l’architetto e designer di origine spagnola, che ha fatto di Milano la sua città d’elezione.
“La sfida è stata quella di reinterpretare un luogo-statement della città in chiave contemporanea, ponendo, allo stesso tempo, l’accento sul passato e sulle origini del palazzo. Le aree comuni dell’hotel sono luoghi in cui si esprime profondamente la sua personalità, attraverso un linguaggio di colori sobri e forme pure che rimandano all’heritage cinquecentesco, studiando il rapporto fra la luce e gli spazi ed enfatizzando i preziosi affreschi originali in chiave contemporanea”. Fin dall’ingresso, le quinte che delimitano l’entrata disegnano un cannocchiale visivo che invita a guardare verso il chiostro con giardino, su cui affacciano il Ristorante Zelo, affidato allo chef Fabrizio Borraccino, e il Bar Stilla, regno del bar manager Luca Angeli, oltre alle suite disposte lungo il portico con volte a crociera. La reception accoglie gli ospiti in uno spazio scenografico, avvolto da una boiserie in legno e vetro attorno al bancone scultoreo, disegnato come un monolite di marmo.
Molti degli elementi d’arredo, fissi e mobili, nascono da progetti custom made dello Studio Urquiola che ha creato, tra gli altri, la scenografica installazione di lampade per illuminare il ristorante, la struttura della nuova Winery con etichette super selezionate dalla sommelier Lorenza Panzera, il bancone semicircolare del Bar Stilla e quelli esterni in marmo scanalato dello Stilla Garden e del Raw Bar, dedicato alla tradizione dei crudi all’italiana. Nelle sale dove domina una palette di cromie neutre, le pareti sono impreziosite da inserti di bronzo e specchi e da opere d’arte appartenenti alla collezione dell’hotel in dialogo con altre di artisti — Vanessa Beecroft, Sophie Ko, Lello & Arnell… — scelti da James Robertson, curatore e consulente d’arte contemporanea. Se negli interni le presenze verdi sono firmate da Vincenzo Dascanio, il progetto green del chiostro è opera dell’architetto paesaggista e agronomo Flavio Pollano che ha operato un importante intervento di botanica per creare “un giardino da vivere e da sentire, che nasce e supera gli schemi del passato e, senza violarne l’anima, privilegia il concetto di spazio in evoluzione, entro il quale diventa bello vivere”, spiega. “Abbiamo lavorato in questi mesi pensando alla città”, conclude la direttrice dell’hotel, Andrea Obertello, “a come Milano sia la metropoli cosmopolita che il mondo guarda, dove sorgono nuove idee e tendenze”.